Émile chanoux

Esponente del cattolicesimo sociale valdostano, cresciuto in Azione Cattolica. Di professione notaio, morì prigioniero dei fascisti che si opponevano al suo progetto di autonomia della regione Valle d’Aosta, poi accolto a pieno titolo nell’ordinamento della Repubblica Italiana.
Émile Chanoux.
Nasce il 9 gennaio 1906 a Rovenaud in Valsavarenche (Valle d’Aosta) ; il padre Pierre è guardiacaccia nella riserva reale; la madre, Élisabeth Carlin, si occupa dei lavori di casa e dei campi.
Inizia gli studi nella scuola di villaggio, costruita nel 1821 dagli abitanti di Rovenaud ed in seguito ristrutturata. Nel 1914, la famiglia si sposta a Villeneuve, dove frequenta le scuole elementari. Continua gli studi ad Aosta, dapprima presso il Piccolo Seminario, e poi, nel 1920, al Liceo classico.
Ottenuta la licenza liceale il 28 giugno 1923 all’età di 17 anni, con dispensa di esami, Chanoux inizia in quello stesso anno a collaborare al giornale La Vallée d’Aoste, l’organo degli emigrati valdostani a Parigi diretto dall’abbé Auguste Petigat e, poco dopo, a Le Pays d’Aoste, giornale che sostiene il Partito popolare italiano che, sin dal 1919, tramite il fondatore e segretario don Luigi Sturzo, si è pronunciato a favore del regionalismo.
14 Luglio 1929, al Pré de Bréan al Col de Joux che unisce Brusson e Saint-Vincent e raffigurano la riunione in circolo en plein air della Jeune Vallée d’Aoste, associazione antifascista, regionalista e poi federalista. (Émile Chanoux sulla destra)
Émile Chanoux con l’amico Girolamo Guichardaz.
I suoi primi articoli, dedicati soprattutto al tema della lingua francese in Valle d’Aosta e all’idea di regione e di patria, contengono in nuce tutti gli elementi della concezione federalista della società ch’egli svilupperà, in maniera sistematica, verso il 1926 e nel corso della Seconda guerra mondiale. Nello stesso torno di tempo, Chanoux si impegna nella federazione diocesana valdostana della « Jeunesse catholique », di cui è nominato vicepresidente nel giugno del 1923, che lascia quando le sue scelte regionaliste saranno giudicate, dall’abbé Alphonse Commod, incompatibili con l’Azione cattolica.
Studente della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino, il 29 novembre 1927 si laurea con una tesi sul tema Delle minoranze etniche nel Diritto Internazionale. Nello stesso tempo, compie il servizio militare a Bra, che termina il 15 marzo 1927.I suoi impegni non gli impediscono di dedicarsi alla causa del regionalismo e alla difesa della lingua francese in Valle d’Aosta e delle scuole di villaggio contro gli assalti del governo liberale prima, fascista poi. Fa parte, infatti, della « Ligue Valdôtaine pour la protection de la langue française dans la Vallée d’Aoste », che abbandona a causa di contrasti irrimediabili con il suo presidente, Anselme Réan, che aveva appoggiato, nel 1924, la « Lista Nazionale » e la politica di Mussolini, di cui Chanoux denunzia da subito la vocazione liberticida.
Alla fine del 1924, abbraccia l’idea di Rodolphe Coquillard di dar vita ad un nuovo gruppo di azione regionalista, che si costituisce nell’aprile del 1925 con la denominazione « La Jeune Vallée d’Aoste ». Chanoux è vicepresidente dell’associazione, presieduta dall’abbé Joseph-Marie Trèves, sua guida e suo maestro.
Repressa dagli organi del regime, « La Jeune Vallée d’Aoste » deve riunirsi clandestinamente, la casa stessa di Chanoux viene perquisita. Dopo la firma del Concordato nel 1929 tra l’Italia e la Santa Sede, la repressione aumenta. Nel 1932, il comando generale della « Milizia volontaria per la sicurezza nazionale », l’organo creato per reprimere qualsiasi forma di opposizione al regime fascista, denunzia al ministero degli Interni l’attività del gruppo.
Dopo la laurea, Émile Chanoux lavora in qualità di segretario comunale presso i Comuni di Valsavarenche, di Cogne e di Villeneuve. Alla fine del 1931, vince il concorso da notaio, esercitando la professione dapprima a Pavone Canavese, in seguito a Gignod, infine ad Aosta, fino alla morte, occupando, nello stesso tempo, la carica di vicepretore.
Nel 1932 sposa Marie-Céleste Perruchon, da cui ha cinque figli, uno dei quali deceduto in tenera età. Nel 1939 egli è richiamato sotto le armi e, a seguito della guerra dell’Italia alla Francia del giugno del 1940, fa parte della commissione d’armistizio a Chambéry. Qui, prende contatto con l’ « Armée secrète » che sostiene la Resistenza francese e l’opposizione al fascismo.
Medaglia d’oro al valore militare di Émile Chanoux.
14 Luglio 1929, al Pré de Bréan al Col de Joux che unisce Brusson e Saint-Vincent e raffigurano la riunione in circolo en plein air della Jeune Vallée d’Aoste, associazione antifascista, regionalista e poi federalista. (Émile Chanoux sulla destra)
Deceduto l’abbé Joseph-Marie Trèves nel giugno del 1941, Chanoux ne raccoglie l’eredità politica e dà il suo apporto fondamentale in occasione delle riunioni clandestine dei membri della «Jeune Vallée d’Aoste» che si opponevano al fascismo ed al nazismo e che rappresentavano, in quel momento, il nucleo del «Comité valdôtain de libération». In tali riunioni clandestine, egli formula i suoi progetti sulla rinascita politica, amministrativa, economica e culturale della Valle d’Aosta, che si realizzeranno se la regione godrà di una totale indipendenza o se farà parte, come cantone, di uno stato federale di tipo svizzero.
Cosciente dei rapporti tra economica e politica, Chanoux sviluppa nella sua conferenza clandestina sull’amministrazione del Pays d’Aoste le sue riflessioni sulle iniziative da prendere nel campo industriale, agricolo, scolastico e turistico; i suoi progetti saranno ripresi in una serie di articoli apparsi sul giornale diocesano Augusta Prætoria, che prende il posto della Revue diocésaine d’Aoste, a cui Chanoux pure aveva collaborato.
Joseph-Marie Trèves.
Lino Binel.
L’8 settembre 1943, al momento dell’armistizio stretto tra l’Italia e gli Alleati, lascia Chambéry e ritorna ad Aosta, dove si impegna nella preparazione della resistenza armata al nazi-fascismo, diventando il capo riconosciuto della lotta di liberazione in Valle d’Aosta. Il 19 dicembre 1943, accompagnato dall’avvocato Ernest Page, rappresenta la Valle d’Aosta all’incontro di Chivasso con personalità delle valli valdesi del Piemonte e del Partito d’Azione: riunione clandestina dovuta all’esigenza di assicurare alle valli alpine, e specialmente alle minoranze linguistiche, il rispetto dei diritti fondamentali e la loro rinascita in un sistema federale repubblicano su base cantonale e regionale, e di evitare ogni forma di irredentismo.
La riunione – per la quale Chanoux aveva redatto un documento preliminare in cui sottolineava che la libertà di lingua e di religione è alla base della salvaguardia della personalità umana – concluse i suoi lavori redigendo una Dichiarazione che fissò, in maniera molto chiara, le rivendicazioni per l’autonomia delle valli alpine. Émile Chanoux svilupperà le conclusioni della riunione di Chivasso nel suo saggio Federalismo e autonomie, pubblicato postumo nell’autunno del 1944 nella serie «Quaderni dell’Italia libera» del Partito d’Azione.
Arrestato ad Aosta il 18 maggio 1944 con Lino Binel, uno dei protagonisti della Resistenza valdostana, Émile Chanoux muore nel corso della notte a seguito delle torture inflittegli dai nazi-fascisti.

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