Raggiunto l’obiettivo della liquidazione del nazifascismo, la V alle d’Aosta rimane per settimane un’arena in cui si confrontano forze militari (e paramilitari) sulla carta alleate: italiane, francesi e angloamericane. C’è in gioco la frontiera occidentale, a cui sono legati forti interessi di natura geopolitica. Per comprendere a fondo la guerra di confine scoppiata nella primavera del 1945, il crinale alpino va quindi considerato innanzitutto come riserva di risorse simboliche che fanno gola: all’Italia, intenzionata a riacquisirle per reinvestirle sul piano interno; alla Francia, che se le prende manu militari per giocarsele sullo scacchiere internazionale secondo le regole dettate dalle dinamiche di potenza, e agli angloamericani, che, seguendo le stesse logiche, intendono sfruttarle in chiave principalmente antisovietica.