La visita al cimitero di Saint-Ours rappresenta un salto nella storia della Valle d’Aosta nel periodo a cavallo tra il 1782 e il 1930, anno della sua chiusura.
Situato alle porte nel Borgo della città offre al suo interno lo spaccato sociale e culturale dell’epoca: le diverse zone sono meticolosamente distribuite tra religiose, religiosi, borghesia aostana, militi, popolo e bambini e sui quali sovrasta la cappella del benefattore conte Crotti di Costigliole che accoglie lui e la sua famiglia.
Luogo prescelto per stringere patti, firmare contratti, benedire matrimoni.
Si aggiunge quindi un’altra riflessione, propria dei giorni nostri: quale posto occupa la morte e i suoi riti in un mondo che esalta l’efficienza, il dinamismo, l’eterna giovinezza…?
Di seguito, il dibattito suscitato da Régis Debray « Les trois quarts des français meurent désormais à l’hôpital, à l’abri des regards » https://www.franceculture.fr/emissions/linvite- des-matins/regis-debray-hasta-la-muerte-ou-le- sens-de-la-vie